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Intermeeting
L’avvento dei Nuovi Anticoagulanti Orali (NAO), più correttamente chiamati DOAC (Direct Oral Anticoagulants), per l’azione antagonista diretta su un singolo fattore della coagulazione, ha cambiato i paradigmi sul trattamento anticoagulante della fibrillazione atriale (FA) e del tromboembolismo venoso (TEV). I grandi trials registrativi sull’utilizzo dei DOAC nella FA e nel TEV hanno mostrato che questi nuovi farmaci hanno un’efficacia paragonabile alla terapia anticoagulante tradizionale, ma sono generalmente più sicuri, più maneggevoli e semplificano le strategie terapeutiche. Diverse le linee guida internazionali si sono occupate dei DOAC e di come usarli al meglio; i dati di farmacovigilanza sono positivi. Tuttavia la traslazione delle evidenze scientifiche nella pratica clinica quotidiana non è un processo sempre semplice, soprattutto quando ciò comporta una revisione culturale del modo di agire del medico.
Le caratteristiche farmacodinamiche e farmacocinetiche dei DOAC consentono una maggiore possibilità di utilizzo, rispetto al tradizionale warfarin, anche nei pazienti con comorbidità, spesso anziani e fragili, nei quali è necessaria una attenzione particolare, trattandosi di un’area “difficile” della medicina, dove gli avanzamenti nella conoscenza delle malattie e della loro prevenzione si scontrano con la difficoltà di una applicazione estensiva nella pratica clinica quotidiana.
Obiettivo dell’evento è quindi fare chiarezza in questo campo e favorire la consapevolezza che i DOAC, per quanto più maneggevoli e sicuri rispetto agli AVK, sono pur sempre potenti anticoagulanti e quindi non scevri da rischi. Pertanto la loro maneggevolezza non deve comportare la mancanza di un controllo clinico, causando effetti negativi sull’aderenza alla terapia.